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L'Educazione
L’Educazione

L’educazione

Rispetto ai bisogni educativi e formativi dell’adolescente di oggi, qual’è la cosa giusta da fare…

Rispetto ai bisogni educativi e formativi dell’adolescente di oggi, qual’è la cosa giusta da fare…

  1. Non scimmiottare o rimanere fermi a quanto abbiamo finora ereditato. Se siamo nel Mundus Novus, se siamo dentro un vero e proprio cambiamento d’epoca occorre mettere in campo un Pensiero ed una impostazione nuova.
  2. Siamo infatti stati catapultati:
    • in una società più evoluta, con un benessere diffuso; in una epoca dove le Relazioni (dal movimento delle persone, dei capitali, delle merci….) sono diventate il sale non solo dei rapporti umani ma pure nel dispiegarsi dell’economia;
    • nella società della Comunicazione e del Digitale; nella società della Tecnologia e della IA che hanno materializzato l’assunto: nel mondo della comunicazione ciò che non viene comunicato non esiste.
    • in Istituzioni scolastiche dove la popolazione immigrata (circa il 10% del totale) non è distribuita proporzionalmente ma a macchia di leopardo, dove a volte, ci sono classi a maggioranza di stranieri.
  3. Ma non si parte da zero, come avvenuto per la nostra generazione; dove l’obiettivo era “riempire di contenuti la Tabula rasa”.
  • le famiglie sono generalmente più attrezzate;
  • i servizi sociali (Nido, Scuole materne…) più capillari;
  • con una ricca contaminazione dei rapporti di vicinato;
  • con la presenza della televisione e dei Social.

Tutte questioni che devono esser declinate e portate a sintesi. Che richiedono forse anche un percorso di alfabetizzazione collettiva dove si pone in modo imprescindibile il tema della Educazione e della Formazione integrale, come binomio inscindibile nel processo di crescita dell’adolescente; come pure del suo vivere, dialogare e partecipare nella Comunità, ricco di stimoli e di problematicità ad un tempo.

Gli obiettivi macroeconomici del lavoro per tutti, del profitto ad ogni costo, e della parità delle opportunità di genere, senza i presidi collaterali, hanno fatto emergere:

  • un allentamento dei rapporti collaborativi e dialogici fra scuola-famiglia;
  • fenomeni di scuola parcheggio;
  • abbandoni scolastici e abbandoni educativi;
  • anche de devianze.

Se questo è il variegato quadro di partenza, qual’è allora la corretta e coerente risposta da dare.

LE COSE DA FARE

  1. Ritenere la scuola una istituzione che non sarà mai migliore della qualità e della maestria messe in campo dai suoi Docenti e dai suoi Educatori che vanno sempre ritenuti risorse determinanti. Consapevoli che è chiamata a formare Persone e a promuovere Comunità; a predisporre un contesto ambientale che assicuri e persegua il Benessere dei ragazzi, quale precondizione per raggiungere le mete educative e formative previste dai piani di studio. e quindi con finestre e porte spalancate sulla Società. Ma ad un tempo in grado di organizzare un insegnamento individualizzato, senza il quale soddisfare i bisogni educativi diventa problematico.
  2. Tenere alte le mete e gli obiettivi formativi: sia quelli riferiti alla “formazione integrale” dell’alunno, a partire dalle nostre radici storiche e culturali che portano alla conquista del “sapere critico”, sia a quelli riferiti alla operatività delle abilità e delle competenze che l’alunno deve acquisire e padroneggiare. Avendo presente Il traguardo finale: promuovere una formazione universale di qualità! Che rifugge dal semplice sapere generico.
  3. Attivare un focus sul tema dell’Educazione dell’adolescente. Una Educazione intesa come una autentica e personale conquista sia da parte del ragazzo, attraverso l’autocoscienza di sé stesso, attraverso percorsi di responsabilizzazione e di condivisione di Gruppo. Sia da parte dei docenti che non possono limitarsi alla mera trasmissione, ma essere autentici educatori di Persone, attenti alle innovazioni da promuovere e animati da chiari obiettivi.
  4. Una consapevolezza collettiva che una scuola multietnica deve essere capace di armonizzare le tante diversità e di saper superare i gap che si evidenziano fra scuola e genitori, fra scuola e mondo del lavoro e fra genitori ed impresa.
  5. Una Scuola aperta al mondo: interessata a promuovere Reti, plurilinguistica, innovativa, che non rifugge dal misurarsi con il mondo del lavoro, anche ad esperienze di autoimprenditorialita’.

Sen Ivo Tarolli
Presidente Un. Pop. Trentina

Roma , 18 maggio 2024

Intervento al Convegno: l’Educazione nel XXI^ secolo

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