Immigrazione – La consapevolezza collettiva
Intendiamo considerare il tema della migrazione come parte fisiologica della contemporaneità.
Intendiamo considerare il tema della migrazione come parte fisiologica della contemporaneità.
Le motivazioni che la determinano sono diverse:
- persecuzioni, guerre, fondamentalismi…
- permanenti condizioni di fame, di povertà e di sottosviluppo
- condizioni climatiche di emergenza che provocano siccità, pandemie, carestie…
- anche semplice ricerca di nuove opportunità economiche e di vita.
Anche le reazioni di rifiuto dei Paesi ospitanti sono diverse:
- per paure identitarie dovute a differenze culturali, differenze religiose, diffidenza del diverso;
- per timori legati alla sicurezza (per reati quali lo scippo, il furto, ecc.) e l’acuirsi della percezione di insicurezza diffusa anche a seguito di episodi criminosi che trovano ampio risalto nelle cronache e nei media;
- per pregiudizio sociale: poca disponibilità a condividere risorse o a condividere servizi di assistenza minima.
A fronte di tali resistenze, culturali e materiali ad un tempo, nel nostro Paese ci troviamo di fronte ad un sistema economico e ad una società che soffre pesantemente del calo delle nascite (oltre 710.000 deceduti all’anno, a fronte di circa 400.000 nascite) e che richiede nuova manodopera e lavoratori specializzati.
Infatti, l’indice di natalità di 1,24 figli per ogni donna ha un impatto progressivamente erosivo della soglia di equilibrio tra natalità e mortalità e può pregiudicare in maniera sempre più pesante la sostenibilità del Sistema del Welfare, e la sostituzione naturale dei lavoratori e dei tecnici qualificati che escono dal ciclo produttivo.
Inoltre, il tasso di attività lavorativa in Italia rimane a tutt’oggi ancora inferiore alla media degli altri Paesi europei.
Portare questo tasso in equilibrio, significa dare certezza anche al sistema contributivo e previdenziale.
LINEE DI AZIONE
Si rende necessario quindi un nuovo approccio al tema della migrazione, che impone di perseguire una CONSAPEVOLEZZA COLLETTIVA che il tema è ineludibile e che deve essere affrontato con spirito costruttivo e lungimirante, sapendone cogliere anche le intrinseche opportunità.
L’Italia e pure la Regione del Trentino Alto Adige-Sudtirol potranno trarre indubbi vantaggi se sapranno gestire con apertura questa problematica.
Una politica migratoria non improvvisata non può che essere mirata alla integrazione e quindi non può prescindere dal potenziare le competenze professionali dei nuovi arrivati, per facilitarne l’ingresso nel mondo del lavoro e così rafforzare l’intero sistema produttivo ed arginare pure le criticità date dall’ endemico calo demografico.
Le linee di direzione di una tale proposta/impostazione richiedono:
- di favorire un vasto ed organico piano di sensibilizzazione dell’opinione pubblica:
- per creare le condizioni di una consapevolezza collettiva, quale imprescindibile premessa culturale che definisca con equilibrio problematiche, criticità ed opportunità;
- che nel percorso di accettazione del diverso, integrazione e sicurezza siano perseguiti come un binomio inscindibile;
- che attraverso politiche di contesto si eviti di cadere in mere logiche assistenziali, mentre invece si possono attivare organiche scelte e progetti che irrobustiscano il Sistema Paese;
- di procedere in stretto rapporto con le categorie economiche e le parti sociali, che devono sentirsi pienamente coinvolte e responsabilizzate nella gestione dell’intervento, mettendosi a disposizione sia per la progettazione di politiche di sistema, che per occasioni di formazione, qualificazione e tutoraggio di percorsi individualizzati e quindi di inserimento nel contesto produttivo;
- di passare da politiche e da un’organizzazione dell’accoglienza centrate sui centri di permanenza e sulle politiche di redistribuzione ad un approccio orientato a favore di politiche di formazione ed inserimento lavorativo;
- di investire sulla forza lavoro giovane e donna, fornendo tutta la strumentazione di conoscenze e di mezzi (alfabetizzazione di base della lingua italiana, conoscenza del territorio, visite aziendali, nel caso di partecipanti donne anche attività di empowerment femminile…) per favorire una integrazione vera e con essa il rispetto delle regole della società italiana ed europea;
- di investire e credere nei percorsi di Istruzione e Formazione Professionale come canale più indicati per raggiungere gli obiettivi sopra ricordati, anche e soprattutto attraverso la contestuale promozione della padronanza della lingua italiana, del digitale, aperta ad esperienze di autoimprenditorialità/Simulimpresa e mediante stages, tirocini, corsi serali ed esperienze nelle aziende.
Sen. Ivo Tarolli
Dott. Maurizio Cadonna
Trento, maggio 2025