Il rilancio della montagna
C’è un filone di pensiero e pure osservatori che prevedono che nel 2050 l’80% della popolazione si concentrerà nelle città.
C’è un filone di pensiero e pure osservatori che prevedono che nel 2050 l’80% della popolazione si concentrerà nelle città.
Prendiamola pure come provocazione. Ma non siamo distanti dalla verità.
Le nostre montagne non si stanno ripopolando. Sono minoranze i “coraggiosi” che resistono e scommettono in positivo.
A noi spetta decidere se vogliamo che la Montagna si riduca ad un un Parco o invece un luogo ed un Ambiente che favoriscano la Vita e le relazioni delle Comunità che vi abitano e quindi cercando di capire in che contesto viviamo e tenendo i piedi nella concretezza
Oggi viviamo non in una Epoca in cambiamento, che sarebbe la normalità. Siamo dentro un vero e proprio cambiamento d’Epoca, che è una straordinarietà.
Lo ha, anni fa, gridato Papa Francesco I, ma è ormai unanimemente condiviso, anche dalle grandi Istituzioni Internazionali e da innumerevoli osservatori e studiosi.
I paradigmi di tale cambiamento sono rinvenibili nel Movimento delle Persone, dei Capitali, delle Merci (hanno raddoppiato il Canale di Suez…), nel perseguire uno Sviluppo che sia “Sostenibile” e che tenga conto del Cambiamento Climatico e pure dell’Agenda Green.
Se è così, la prima cosa da fare non è mettere in cantiere le tante iniziative da promuovere (dal monitorare il traffico ed il trasporto, dal regimentare il flusso turistico, dal far fronte alla emergenza casa nei comuni ad alta densità turistica, dall’investire sulle Valli e non concentrrare tutto sui centri maggiori, etc) ma prima di tutto SAPER INDIVIDUARE LA GIUSTA DIREZIONE DI MARCIA, per non trovarci un giorno a dover girarci e capire che si è sbagliato strada.
Prendiamo insegnamento dal grande trentino Antonio Rosmini, considerato uno, dopo Aristotele e S. Tommaso d’Aquino, dei giganti del Pensiero e della Speculazione filosofica di sempre.
Ebbene, Rosmini ci dice che La Cultura, Il Pensiero, anche l’istruzione, vengono prima! Stanno sopra! I comportamenti.
Senza la consapevolezza collettiva fondata su un Pensiero Nuovo, come facciamo ad introdurci nel Futuro. Tanto più che tutti lo richiedono diverso e migliore e più rispettoso dell’uomo e della Natura.
Io provo a darvi il mio contributo e a tentare di dare una chiave di lettura.
Serve un NUOVO MODELLO DI SVILUPPO, almeno nelle sue LINEE DIRETTRICI
E mi faccio aiutare dalla simbologia dell’ Albero della Vita!
Se si vuole che la pianta cresca rigogliosa, con rami forti, con foglie rigogliose e frutti copiosi, dobbiamo ritornare alle Radici. A renderle forti, vigorose, ha nutrirle di prodotti idonei.
Le politiche dei numeri (che servono…) da sole non bastano.
Ricordiamoci che nello sviluppo delle Comunità c’è sempre stato un nesso stretto fra Etica dei Comportamenti, qualità della Democrazia (e quindi del nostro vivere quotidiano) e andamento della Economia.
Gli incentivi, i sussidi, le iniezioni possono servire; ma hanno una efficacia limitata e non hanno il carattere della continuità.
Vi propongo l’ “Albero della Vita” non come semplice o nostalgico ricorso alla riserva dei valori, ma come la riproposizione del convincimento e di una simbiosi positiva che esiste fra Natura, Spirito e Antropologia Umana sia nelle su espressioni individuali, che sociali, che in quelle economiche. Coltivare la Spiritualità, testimoniare contenuti di Fede, riportare Dio nella quotidianità non indeboliamo la Comunità, non ci poniamo contro la Scienza, ma irrobustiamo il nostro vivere.
Faccio un secondo esempio.
Siamo sicuri che la declinazione di Libertà data dal Capitalismo e dall’Occidente ( fare tutto, purché non si leda la libertà del vicino…) sia la più rotonda? La più totalizzante?
O non è più completa la Libertà che ci ha suggerito padre Damasceno, dottore della Chiesa: ” La Tua Libertà si celebra quando Tu sei in grado di realizzare la Libertà di chi ti sta vicino”. Se le persone non condividono, se non dialogano, se non costruiscono Comunità Solidali corrono il rischio di consegnarsi alla improvvisazione e alla fragilità.
E abbiamo esperienze straordinarie da cui abbeverarci: dal Movimento Cooperativo al Soccorso alpino, dalle Regole alle Municipalità; solo per citarne alcune.
Se il Tema quindi è dare ossigeno e vibrazioni al dispiegarsi delle Comunità di oggi, questi sono contributi non banali.
Mi soffermo ancora su un ultimo esempio.
Il ruolo della Scuola. Il ruolo della Istruzione, della Formazione e della Educazione.
Ai genitori, ai docenti, ai ragazzi vanno aperti gli occhi. Non della rassegnazione! Non della semplificazione, né della passeggiata facile.
Investire sulla scuola e sui giovani oggi, non può ridursi al semplice “riempire il bicchiere” di un sapere quasi sempre rutinario ma essere consapevoli che la Educazione è una AUTENTICA CONQUISTA, sia da parte dei ragazzi che devono arrivare alla autorealizzazione, sia da parte dei genitori e degli insegnanti che devono sforzarsi di capire limiti e potenzialità dei giovani. Una montagna da scalare! Non una semplice passeggiata.
Grazie di avermi coinvolto.
Sen Ivo Tarolli
Magasa, Valvestino (Brescia) 22 settembre 2024